


20 kilometri di paura
Ducoli e il collettivo PLK
Il primo album firmato Collettivo PLK è un viaggio assurdo lungo una strada buia e tortuosa.
Un viaggio di nove tappe sonore che, in forma di canzone, servono a illuminare il percorso e
rendere meno ostici quei «Venti Chilometri Di Paura» che - prima o poi - tutti ci troviamo a
percorrere. Partendo da questa immagine, sospesa fra «Mad» Max Rockatansky e Brancaleone da Norcia,
è nata questa assurda band, originariamente pulmino sgangherato guidato da Gerardo Cardinale
sul quale Alessandro Ducoli sarebbe dovuto intervenire solo per aggiungere voci e parole, e
completato dopo l’incontro in autogrill con Valerio Gaffurini, decisivo nello spostare la
direzione musicale sulla carreggiata di un electro-pop meravigliosamente anni ’80, almeno per
quanto riguarda le sonorità.
L’approfondita ricerca di suoni e campionature ha permesso di
confezionare un album che omaggia la new wave meno cerebrale, quella che furoreggiava nei
club e nelle radio, mantenendo però dinamiche moderne e lontane dalle tristi operazioni
nostalgia che affliggono la scena. E su questa solida base sonora poggiano i testi dei nove
brani che compongono la tracklist, in grado di mantenere nei contenuti l’orientamento
cantautorale tipico di Alessandro Ducoli, arricchito da un perdurante senso di inquietudine
sempre controllato da un’ironia macabra e sottile. Un disco da ascoltare, da cantare, da ballare.
E da pensare.
Mario Gregario
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